IL CAMMINO  di MARCO LANA in compagnia di Bruno Giovannone 05/07/2010 alle 14:49
Ma perché il Camino di Santiago?

Già : la storia, le leggende, gli studi, le parole, le preghiere, i ricordi.
No il Camino è altro; qualcosa che ancor prima di finire ti ha già reso più di quanto gli hai dato, qualcosa di Tuo, qualcosa che tocchi, qualcosa che ti ha detto tu puoi e tu lo Devi fare.
Eccoci allora il 13 maggio alle 5 a partire da Cimamulera , a piedi, con leggera pioggerella e lo zaino perfettamente ordinato e con tutto l’occorrente raggiungere brevemente la stazione di Piedimulera dove poco dopo le 6 passa l’alibus che porta a Malpensa. Di qui volo a Madrid terminal 4: qualcosa di nuovo estremamente funzionale ma enorme , quindi volo con piccolo aereo a Pamplona, in perfetto orario alle 15.
Attendiamo sperando che i contatti con le e-mail siano stati presi in considerazione,e alle 16 e mezza puntualissima ecco Caroline con il suo taxi a 9 posti, ci capiamo con il mio scarso inglese e ci porta dopo un viaggio per lunghissime e piovigginose e non solo, ma anche con nevischio, vallate a San Jean Pied de Port. Ci chiede un compenso inferiore al pattuito perché il taxi era pieno!!
La cittadina medioevale è stupenda, e tale l’accoglienza all’albergue esprit du chemin e all’ufficio turistico allestito come punto di partenza del Camino. Il tempo è nuvoloso ma non piove, dopo una cena in compagnia, dove Arno l’ospitalero ci mette a nostro agio facendoci raccontare come riusciamo i nostri perché, si parla in tante lingue ma mai in italiano, perché? boo!

14 maggio 2010 tappa 1: San Jean Pied de Port , Roncisvalle


Decidiamo per la alta via e non per la strada che avevamo percorso a ritroso ieri. Lo scollinamento è lungo con un po’ di su e giù e finalmente la visione del fondovalle e delle grandi costruzioni di Roncisvalle illuminate dal sole.
All’interno della chiesa principale di Roncisvalle sono incantato dall’architettura delle volte a sesto acuto e con ricami e bordature non in intonaco ma tutto in sasso a vista lavorato!


15 maggio 2010 tappa 2: Roncisvalle , Arre(Pamplona)



Piove, ben presto il Camino lascia la carrozzabile e si addentra nei boschi, la terra è meno sabbiosa della nostra e quindi appena si bagna è fango, la mantella copri persona e zaino è ottima ma le tennis in pelle sono già bagnate (è solo questione di un po’ più di tempo ma lo sarebbero anche gli scarponi), a volte qualche tratto con acciottolato, si sale e si scende; colazione in un bar a Biscarreta. Avanti : Zubiri troviamo una zona a bonifica post industriale, quindi Larrasoana . Smette di piovere e dopo un po’ la meta prefissata Arre in periferia di Pamplona, e sono 38Km. Troviamo l’albergue di circa 30 posti gestito da un simpatico e gentile prete che ci fa accomodare per cambiare e ci da le istruzioni su tutto.
Usciamo per la cena e anche qui tutto chiuso dopo gran girare (come se per oggi non fosse bastato) un supermercato aperto, ma pur essendoci la cucina all’albergue decidiamo per pane e prosciutto.

16 maggio 2010 tappa 3 Arre, Cirauqui




Dopo una buona dormita, c’è poca gente e siamo con stanchezza arretrata, alzati 6e20, colazione con cappuccio delle distributrici e un po’ di pane di ieri e via. Attraversiamo Pamplona poi Zizur quindi si sale verso un punto di scollinamento, Alto del Perdon 1037m. delle sculture di ferro inneggianti guerrieri e tante enormi moderne pale eoliche che peraltro avevo viste dall’aereo. Avanti ancora, perdo una scarpa appesa allo zaino e ritorno 2 Km per recuperarla incontro Miquel con la sua compagna che mi hanno ridotto un po’ il percorso per il recupero, finalmente Cirauqui, e sono altri 36 Km.
Veramente fraterna l’accoglienza, la Signora è gentile e durante la cena, spaghetti!!!! Ci mette tutti a nostro agio avvicinando coloro che per motivi di linguaggio si possono meglio capire, c’è Miquel e compagna, un anziano tedesco molto simpatico.




17 maggio tappa 4 Cirauqui , Los Arcos



Colazione all’albergue ancora in compagnia, partenza 7e30. Lorca Villatuerta e Estella centro abbastanza grande con anche qui, come per strada, belle e ricche chiese, noto che per contenere le volte del soffitto non ci sono i tiranti de ferro ma dei pesanti contrafforti all’esterno in massiccia muratura. Ecco il Monastero di Irache con la celebre fontana dalla quale sgorga acqua e vino.


Poi belle spianate seminate a grano, infatti c’è il pane molto buono, con dei piccoli colli che sembrano perfino artificiali, poco prima di Los Arcos vediamo in leggera discesa una ragazza che cammina appoggiata al bastone con evidenti dolori, addirittura con i piedi di traverso, è Monic, scopriremo che ha dei preesistenti problemi alle ginocchia ma è sua ferma intenzione fare il Camino.
Già… è qui che inizio a capire una cosa molto importante: le motivazioni che mi hanno portato a fare questo non hanno più alcuna importanza, quello che è presente, tangibile, come grande soggetto di tutto, come punto focale di partenza e di arrivo, come materializzazione di un concetto, è il Camino. Anche in tante successive occasioni avrò questa sensazione anche nelle difficoltà (soprattutto logistiche) penserò che possono portarmi via tutto: il sonno, il pasto, l’aereo del ritorno, ma non il CAMINO, quello no!quello è mio e nessuno me lo toglierà!

18 maggio tappa 5 Los Arcos, Navarrete



Attraversiamo valli lievi con un po’ di su e giù, ci raggiunge una ragazza francese e ci chiede di farle una foto con sfondo una lontana montagna innevata, va più veloce di noi e non la vedremo più.
Grandi pianure a grano la montagna coperta di neve non sarà poi così lontana. Ecco Logrogno sono le 13, centro grande, pranzo in un parco all’inizio e informazioni all’uff. turistico. Anche qui la chiesa ricca di ornamenti e fregi dorati. Avanti ancora 13 km fino Navarrete, abbiamo già lasciato la Navarra per entrare in Riojra la regione del vino.
Come previsto si cominciano a vedere i nidi di cicogne, enormi intralci di rami della vite potata posti sulle sommità di campanili e di tralicci elettrici. Non posso evitare di stimare l’ingegno costruttivo: il vento distrugge i segnali delle strade ma i nidi restano li!



Chissà se la mia cicogna era di questi luoghi?

19 maggio tappa 6 Navarrete, Santo Domingo de la Calzada




Si sale c’è un forte vento e il paese si chiama Ventosa fino all’Alto di sant Anton, facciamo dei pezzi in compagnia di un irlandese che ha circa il nostro passo e che ritroveremo più avanti e anche a Santiago. La Riojra mostra i suoi sterminati vigneti con tutto un sistema di canalizzazioni a cielo aperto e di sifoni per l’irrigazione, Aleson e scendendo Najera.
Di nuovo salita e poi pianure a grano ed ecco Azofra carino borgo penso abbastanza povero, si pranza su una panchina in piazza chiediamo al bar informazioni per il prossimo albergue, saliamo in un altopiano Ciruegna, tutte costruzioni nuove e un campo da golf quindi in discesa Santo Domingo de la Calzada.
Bellissima e antica la chiesa principale, molto fregiata la cella campanaria e la cuspide del campanile


20 maggio tappa 7 Sto Domingo de la Calzada, Villafranca Montes de Oca



Ci accorgeremo che stiamo viaggiando a 800 metri di altitudine e oggi entreremo in Castilla, ma questo non giustifica a sufficienza il vento freddo (dovendo camminare è forse meglio del caldo) ma siamo sempre alla latitudine di Roma.
Recidilla del camino Viloria de Rioja e Belorado centro un po’ più grande ma da l’impressine anche qui di grande povertà solita comida (pasto di mezzogiorno) su una panchina in centro al paesello e caffè li vicino. L’abitudine di gettare le carte a terra nei bar è anche qui presente come già spesso addietro notato, pare sia indicatore della bontà del bar.
Anche qui tantissimi nidi di cicogne, proseguiamo per Tosantos ed ammiriamo l’Ermita de la Pegna chiesa scavata nella roccia ed emergente solo la per facciata, ruderi del monastero di San Felix quindi Villafranca de Oca.

venerdi 21 maggio tappa 8 Villafranca montes de Oca, burgos



Si sale fino oltre 1100 metri all’alto della Predaia dove c’è un monumento ai caduti spagnoli, il percorso è su stupendi boschi di pino marittimo, sui 1000 metri si trova S juan de Ortega , poi tra campi di grano Ages e Atapuerca centro archeologico. Saliamo allo scollinamento a 1060 metri (Sierra de Atapuerca) ed ecco Burgos che grazie al cielo limpido ci mostra le guglie della Cattedrale a 20 km! Tipici i palazzi con i balconi tutti vetrati. Qui d’inverno fa freddo con nevicate copiose anche in tarda primavera.
Finalmente poco dopo le 15 raggiungiamo l’albergue municipale proprio di fronte alla stupenda basilica, meglio vederla in foto che cercare di capire le mie povere descrizioni, ciò che mi colpisce è il vedere le case quasi fatiscenti a 50 metri da un monumento così!



sabato 22 maggio tappa 9 Burgos, Castrojeriz



Aprono l’albergue alle 6e30 ed esco per primo, l’aria è sempre fredda la giornata bella siamo a 850 metri.
L’uscita dalla città è per fortuna meno lunga dell’entrata, notiamo, oltrepassata l’autostrada si incontra Tardajos Rabè de las Calzadas e Hornillos del Camino quindi si sale un pò quasi a 1000 metri ed ecco la Mesetas: vasto altipiano tutto coltivato a grano senza null’altro, non strade non paesi. Dopo ore di marcia capitano le allucinazioni: scambiamo per una lontanissima città un muretto di sassi a più tonalità di colore. Un cartello indica Hontanas a 1km e pensiamo sia un errore, non si vede nulla se non la vastità della meseta, dopo poco l’altopiano si apre come un gigantesco crepaccio dal cui fondo spunta un campanile : Hontanas , quindi Castrojeriz con bella chiesa e su un colle le rovine di un castello.



domenica 23 maggio tappa 10 Castrojeriz, Villalcazar de Sirca




Alzata 5e30 , Alto de Mosterales, uno stupendo ponte romano con oltre 10 arcate entra in provincia di Palencia (dalla Burgos), Boadilla del Camino, chiesa ricca con i soliti contrafforti e canale a chiuse per l’irrigazione. Fromista: è domenica negozi chiusi , due caffè e brioches al bar. Altri due paesini, molto poveri ma con chiese bellissime e Villalcazar de Sirca.



lunedi 24 maggio 2010 tappa 11 Villalcazar de Sirca, San Nicolas del real Camino




Anche oggi 38 km previsti, in breve Carrion de los Condes città abbastanza grande poi un pezzo che mette alla prova la psiche più che il fisico: 17 km piatti senza nulla. Alle 11 Calzadilla de la Cueza, forse il posto più povero con case in tufo proprio fatiscenti, Ledigos eguale a prima senza negozi ma con bell’albergue: comida con un piatto di salsiccie . A San Nicolas, che raggiungiamo verso le 15 e 30 e che sbuca dopo un abbassamento del terreno le case sono un po’ migliori, bello il ricovero facciamo subito amicizia con due tedesche, una coppia austriaca e Ildegard che troveremo altre volte, tavolata comune. Poco dopo con il bicchiere e qualche bottiglia di vino vuoti una ragazza tedesca rompe gli indugi e comincia a cantare.

martedi 25 maggio 2010 tappa 12 S Nicolas del real Camino, Reliegos



Dopo 7 km, fatti di primo mattino sono pochi, arriviamo a Sahagun centro grande con bei monumenti, forte artigianato dei mobili. Facciamo colazione e via decisi, poco sole e vento freddo (ma chi lo ha detto che la Spagna è calda!). Bercianos e El Burgo Ranero .
Si riparte alle 14 altri 13 km sofferti per forte vento e qualche raffica di pioggia, poi Reliegos anche questo borgo molto povero e tale anche l’albergue: troppi letti ammassati in 2 cameroni. Nonostante tutto dormito

mercoledi 26 maggio 2010 tappa 13 Reliegos, Virgen del Camino (passando Leon)



Si cammina in posti sempre meno isolati e poveri si sente la vicinanza di una grande città. Mansilla de las Mulas, Puente de Villarente anche qui un ponte degno di nota anche se meno antico dei precedenti. Finalmente Leon e in lontananza la Basilica. Cerchiamo e troviamo in città un centro medico e ci appostiamo tranquilli ad aspettare il nostro turno. La dott.ssa diagnostica al mio compagno di viaggio una grossa ulcera all’occhio: 3 giorni chiuso e se non passa oculista. Raggiunta la cattedrale alle 13,30. Lascio la parola alle foto anche per gli altri monumenti! Soddisfacente il cippo con scritto 306 km a Santiago. Caffè in periferia e dopo le 15 raggiunto Virgen del Camino.



giovedi 27 maggio 2010 tappa 14 Virgen del Camino, Astorga




Poco dopo un’altra deviazione del Camino, prendiamo per Val Verdi de la Virgen e S. Miguel del Camino, Villadoyas, qui un anziano signore seduto ad aspettare il pullman si alza e ci fa cenno di fermarci, ci chiede gentilmente se andiamo a Santiago e ci dice che stiamo sbagliando strada e ci rimette sulla giusta!
S Martino del Camin e Puente y hospital de Orbigo. Solita comida con pane e salsiccia (al suo interno comperata ieri sera) a Villares de Orbigo, via veloci passiamo Santibanez che era la tappa prevista, anche questo molto povero. Salita su un altopiano: dopo un po’ di km ecco la vista di Astorga ed inizia la discesa, tappa caffè a S Jiusto de la Vega e arrivo poco prima delle 16. Città stupenda con bellissimi monumenti
Sono sempre presenti in gran numero i nidi di cicogne ancorati chissà come ma con perfetta efficienza alle guglie dei campanili, non ci stanchiamo di fotografarli. I campanili sono larghi come la facciata della chiesa (praticamente il muro che prosegue come una prolunga del timpano) e trovano alloggiamento le campane. Non sempre c’è un tettuccio che copre un terrazzino atto a salirci per suonarle a musica sopra il tetto della chiesa.





venerdi 28 maggio2010 tappa 15 Astorga, El Acebo



Astorga è 875 metri, colazione senza caffè per distributrici rotte,solita medicazione e occhio chiuso, immagino sia un bel calvario per il compagno, si avvicina il terzo giorno ma l’occhio non migliora.
Si esce subito dalla città, caffè a Murios S.ta Catalina e si comincia a salire, vento che ammassa nubi verso le alture dove siamo diretti e freddo anche se si cammina forte in salita, El Ganso, salita ancora, Rabanal del Camino oltre 1200 metri ore 10 e 30. Siamo fortunati il vento come ammassava nubi ora le scioglie ed ecco il bel sole! Piccola spesa in negozietto di 9 metri quadri. E ancora salita fino Foncebadon 1450 metri, quasi tutto distrutto dall’abbandono, solo ora in parziale recupero dall’industria turistica per i pellegrini.
Si scollina alla Crux de Hiero (croce di ferro).



Bellissimo borgo di montagna El Acebo nascosto sotto una naturale prominenza della montagna. È curioso come i piccoli insediamenti sbucano fuori all’ultimo momento!

sabato 29 maggio 2010 tappa 16 El Acebo, Villafranca del Bierzo



Dormito bene, partiti 7e15 già ben giorno, si va in discesa!! Sentiero stretto di montagna anche difficile tra dolci valli, nuvole alte chiuso e freddo: Riego de Ambros e caffè con leche a Molinaseca, avanti poi Ponferrada, con un bellissimo castello ...

la farmacista ( antibiotici per occhio) ci indica il ponte “reformado” che era di ferro del 1100 e dava il nome alla città. A Columbrios percorriamo una zona piatta, Camponaraya . Incontriamo parecchie coltivazioni di ciliegi proprio a giusta maturazioni con i fronzoli rossi pendenti sopra le nostre teste, l’assaggio e non solo, è irresistibile. Decidiamo di doppiare Cacabelos allungando di 7km, veramente lunghi! Villafranca del Bierzo.



Scopriamo la città molto grande e ricca di 5 chiese, 1 castello ed un grande palazzo finemente decorati intanto che cerchiamo il negozio per la spesa per domani che è domenica.

domenica 30 maggio 2010 tappa 17 Villafranca del Bierzo , Hospital de la Contesa



Il Camino segue (separatamente) la carrozzabile in leggera salita, siamo a 500 metri e bisognerà scollinare a quasi 1400 di O Cebreiro inizio della Galizia, come al solito cerchiamo di raggiungere i pochi pellegrini che son partiti prima. Caffè a Trabadelo si entra in una valle con strada vecchia che tocca i paesini, strada più moderna e autostrada che più volte si intrecciano Ambasador e Vega de Valcarce. Salita tra i boschi, La Faba 917 metri e poi su tra nuvole e vento fino allo scollina mento: O Cebreio è un antico villaggio votato alla ricezione di pellegrini, una semplice chiesa che conserva un calice con una certa data antica e storia, la guglia del campanile non ha più la forma piatta e larga ma è piramidea massiccia di sasso. Ci sono 3 tetti in paglia ...

da ammirare quanto e fitta intrecciata e lavorata e massiccia oltre che antica (siamo sempre a 1400m e sicuramente non vi entra pioggia ghiaccio freddo o caldo).
Camminiamo con una veloce ragazza spagnola che sta facendo il Cammino tra impegni di lavoro e malanni vari, in discesa raggiungiamo Hospital de La Contesa piccolo nuovo e bell’albergue in in paese di si e no 15 case, molto povero.

Lunedi 31 maggio 2010 tappa 18 Hospital de la Contesa, Ferrerios



Questa sarà la tappa più dura non per i 47 km ma “di testa” per problemi logistici. Dormito male per gente chiassosa partenza al buio e si scende dopo un pò di su e giù. Una variante ci allunga la strada, A Viduedo caffè e giù a Triacastela, lo pensavo più grande invece c’è poco anche di storico.
Si risale 200 metri e si scollina sempre lungo all’ Alto de Riocabo, ad una deviazione prendiamo per Montain Furela ancora una breve fermata ed ecco Sarria centro grande, noto degli Albergue (ostelli per i pellegrini) con la scritta completo. Dopo diversi km senza incontrare alcuno arriviamo alla meta Ferrerios e devo entrare in una stalla a chiedere dov’è l’albergue: girato l’angolo lo trovo, completo e affollato all’esterno di taxi pullman e signori vestiti da pellegrini: e qui cozzo contro il mio senso di tranquillità!! Questo diario lo voglio per raccontare cose belle, piacevoli, sensazioni al limite del mistico, e non per fare ricerca su quanto può essere basso l’animo umano: se un signore vuol fare le tappe del Camino all’80% in taxi non lo capisco ma sono affari suoi: sono però anche miei quando mi occupa il posto negli albergue perché arriva prima. L’ospitalera risolve il problema proponendoci una camera doppia a 42€ con accompagnamento in auto e ritorno li domattina, e va bene così. È pur vero un pellegrino non viene abbandonato.

martedi 1 giugno 2010 tappa 19 Ferrerios , Palas de Rei



Si cambia strategia: 33km entro mezzodi per fare la coda all’albergue municipale che apre alle 13 e non accetta prenotazioni in anticipo, al contrario del privato. L’ultimo tratto del Camino (ed è un po’ che ci siamo accorti) è molto affollato. Ancora tanti paesini via via meno poveri, giù in discesa ed ecco Portomarin 400 metri sul fiumi Migno. Bella cattedrale e particolare l’ansa del fiume. Ora si risale con il Camino sempre affollato di turisti : Hospital de la Cruz 700metri, tanti paesi non più poveri e Palas de Rei un po’ più in basso. Sono neanche le 12 e facciamo coda trentesimi per un bell’albergue grande e moderno.

Nella foto un correo atto a seccare il granoturco.



mercoledi 2 giugno tappa 20 Palas de Rei, Arzua



Anche oggi arrivo al fine tappa di Arzua presto; via nel bosco al buio, povero Bruno con l’occhio ancora chiuso! Troviamo un ragazza di Padova, è molto umido e nebbioso ma il sole scioglierà e verrà quasi caldo, caffè a Melide centro grosso dopo 15 km. Raggiunto Arzua alle 11e40, e troviamo due posti al Don Chisciotte: albergue bello e con ospitaleri molto gentili, ci prenotano anche il posto all’hotel La Salle a Santiago per domenica e lunedì perché siamo si riusciti ad anticipare l’aereo ma solo a martedì.
Cenato in centro in un piccolo locale benissimo 10€: pasta in insalata con tonno, bistecca molto grande,e una buonissima torta al cacao.

giovedi 3 giugno tappa 21 Arzua, SANTIAGO DE COMPOSTELA



Via con umido e freddo, raggiunto Arca o Pino . Incontriamo poi l’aeroporto con i jet che decollano vicinissimi, avanti ancora molto (pensavo meno) e finalmente il grande albergue municipale di Monte de Gozo (5000 posti letto) in belle e comode palazzine con camere da 4 letti a castello. Attendiamo le 13 all’ombra di un pino mangiando.



Dopo alloggiati e, con zaino ridotto, giù 4 km e alle 15e10 arrivo davanti la basilica. Emozionante. Andiamo all’ufficio pellegrini a registrarci: come era mio desiderio ho la Compostela (il documento fatto prima e che certifica la qualità di pellegrino) con il timbro di partenza di San Jean Pied De Port , altri 21 timbri corrispondenti alle tappe fatte compreso l’ultimo di oggi qui all’ Oficina de pellegrino.
Restiamo altri quattro giorni a Santiago ma a chi vorrà guardare questi appunti penso interessi il Camino e non la nostra piacevole permanenza in Santiago. Ho qui raccolto solo impressioni personali non ho accennato a motivi storici o geografici perché lo hanno già fatto altri molto bene. L’ultimo giorno di permanenza ha piovuto e abbiamo ringraziato perché non lo ha fatto per tutto il percorso eccezion fatta per la seconda tappa. Era una pioggia incredibilmente fine ma che “rende” molto, e lo si vedeva dallo stillicidio dei tetti (le grondaie sono un opzional) e dal fatto che ci si bagnava come se piovesse a dirotto!





Può interessare dire all’aspirante pellegrino che lungo il Camino non si prenotano gli Albergue municipali che aprono alle 13 e ricevono fintanto che c’è posto. Credo comunque siano in grado tutti di sopperire, anche per coloro che restassero fuori. Invece i privati possono essere prenotati ma non è facile reperire il loro recapito. I problemi di sovraffollamento si trovano da circa 150 km all’arrivo.
Il bello di tutto questo è anche il cercare di arrangiarsi e non trovarsi la pianificazione fatta, come penso sia per coloro che fanno solo parti del Camino.
Serve un buon spirito di adattamento: l’Albergue ti da il posto letto, la possibilità di doccia e servizi ma è comunque un vivere di comunità e ogni volta non sai cosa trovi; alcuni sono moderni, comodi e poco affollati, altri al contrario..e comunque sia alle 8 li devi lasciare.
Sicuramente il Camino è una parte di vita che insegna, fa crescere e migliorare chiunque dal fresco giovane al temprato anziano. Da le risposte che cerchi, se riesci a cogliere i momenti, trovi un profondo senso di come può essere vicino in modo semplicissimo l’aldilà e lo spirito superiore.
Il Camino riesce ad essere il protagonista, l’unico soggetto, il fine supremo dello spazio che gli hai dedicato, e sicuramente anche dopo.


   
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