ALTRE SALITE DEL VCO  di Paolo Crosa Lenz 20/08/2008 alle 10:48
Pollino, 16 luglio – Pollino, un ameno villaggio su una balconata panoramica, è frazione di Premeno, il luogo privilegiato del turismo montano nel Verbano.

Qui è un’altra montagna: non le baite ristrutturate della Segletta o i villaggi “resistenti” della Cannobina. Qui è montagna ricca, dove il turismo ha sempre portato soldi. 160.000 presenze turistiche l’anno, il 70% delle abitazioni costituito da seconde case e centri di vacanza, 5 grandi alberghi, una decina di bar e ristoranti. Qui, nel 1903, venne realizzato il primo campo da tennis in terra rossa in Italia che ospitò importanti tornei nazionali. Dal 1926 la ferrovia a scartamento ridotto Intra - Premeno permise all’alta borghesia lombarda di vivere una “Bell’epoque” in ville grandiose ed eleganti dove le signore milanesi sfoggiavano i sontuosi abiti dell’ultima moda in attesa della “prima” alla Scala. E’ una montagna che non fa fatica, quasi annoiata. Non mi piace.

Piancavallo, 16 luglio – Il timbro di Piancavallo, in un’osteria panoramica di fronte all’enorme parcheggio del Centro Auxologico, ti fa vedere i sorci verdi. Già, perché la salita della Segletta (chi non ricorda Chioccioli che non riesce a staccare Indurain?) è mitica e durissima. L’avevo fatta in discesa lo scorso anno ed era stata faticosa all’ingiù. Poi quest’anno, illuso da un po’ di buona forma, mi sono fatto tentare. Confesso: ho messo giù il piede due volte e in cima ho promesso: “Vade retro Segletta!”. Dopo la Valle Intrasca, verde riposante, tutto il versante che da Aurano sale a Piancavallo e Colle è costellato di moderne casette che hanno preso il posto delle vecchie baite. E’ un nuovo uso della montagna: una montagna ricreativa e non più produttiva. Che direbbero i nostri bisnonni di una montagna su cui si va a spasso?

Monte Carza (Trarego), 17 luglio – Il grotto “Monte Carza” (nuovo timbro di quest’anno) non è a Trarego: è molto più su, la strada è ripida e i tornanti si mangiano l’uno con l’altro. Non hai tempo di guardare il lago lontano. Questa montagna racconta un’altra storia: quella della Linea Cadorna. Qui non c’è cresta, dosso, costolone, versante della montagna che non sia percorso da trincee, camminamenti, postazioni per mitragliatrici, fortini. E’ incredibile: nascosto nel bosco c’è il teatro di una guerra mai avvenuta. Il tutto fu costruito dalla nostra gente, sotto la direzione del genio militare, durante la prima guerra mondiale. Per fortuna non servirono a niente, ma avrebbero dovuto difendere un immaginario confine arretrato da un’ipotizzata invasione tedesca attraverso la Svizzera. A volte la Storia è proprio balorda!

per tutte le foto delle salite

per le foto e i tracciati in successione

   
INDIETRO